domenica 24 ottobre 2021

GSP Purple Trail - Besnate (VA)

Qualche anno fa, quando l’amica Chiara Naso, quasi per gioco aveva stampato qualche canotta “Team AttivaSalute” con la mitica farfalla “purple”, nessuno compreso lei, avrebbe mai immaginato cosa si sarebbe messo in moto da lì in poi.
Oggi il “Team AttivaSalute” è una bella realtà del podismo Varesino, una società giovane, dinamica e in continua crescita, tant’è che oggi a Besnate, è andata in scena la 1a edizione del “GSP Purple Trail”, nonchè 1a gara targata “Team AttivaSalute”.

300 gli iscritti a questa prima edizione, con i pettorali andati esauriti già diversi giorni prima della data dell’evento; numero che probabilmente sarebbe stato decisamente superiore se Chiara e la sua squadra non avessero fissato un tetto massimo decisamente votato alla prudenza.

La mattina per me è cominciata in modo già piuttosto movimentato:
esco di casa, salgo in macchina e mi ricordo di non aver preso il pettorale; allora risalgo di corsa in casa per accorgermi che in realtà il pettorale è sempre stato in auto…
Parto, ma prima di recarmi a destinazione in quel di Besnate, devo passare dai miei, perchè ieri ho lasciato il Garmin da loro…
Praticamente da quando sono uscito (la prima volta) da casa, a quando sono arrivato a Besnate (circa 5km), ci avrò impiegato tre quarti d’ora…

Posteggio, apro la portiera dell’auto e…
Aaaaahhhhh, finalmente torno a respirare quell’atmosfera che mi mancava da almeno 2 anni, gli amici di sempre, la goliardia, le chiacchiere pre-gara e quella piacevole sensazione di sentirmi a casa.

Ore 9.00, dal vialone antistante il Campo Sportivo, che tante volte ha ospitato le partenze del Giro Podistico del Varesotto, arriva il via.
500 metri si e no su strada asfaltata, prima di addentrarci nei boschi del Parco del Ticino, che da qui in avanti faranno da cornice agli 11,5km della competizione.
Federico Pisani sempre più in forma, ben presto saluta tutti e si allontana in solitaria, mentre io mi assesto alle sue spalle in compagnia di Matteo Raimondi, Michele Merlo, Carmine Gallo e Giuseppe Duchini.

Sarà che non sono più abituato alle gare, tanto meno a quelle in natura, sarà che sto invecchiando (…), sta di fatto che fatico davvero moltissimo.
Guardo l’orologio, pensando di essere già a metà percorso se non oltre il giro di boa, mentre invece il GPS impietoso, mi restituisce un misero 3,8km…

Il percorso è davvero molto muscolare, con un continuo alternarsi di sali scendi più o meno impegnativi, con alcuni tratti in discesa anche un filo tecnici, dove naturalmente il sottoscritto si stacca inesorabilmente dal gruppetto di cui faceva parte.
Nei tratti meno ostici, devo fare gli straordinari per riportarmi sotto a Matteo e Carmine, però nel frattempo Duchini e Merlo si sono ulteriormente avvantaggiati…

Arriviamo all’ultimo chilometro, siamo sempre io, Matteo e Carmine che ci alterniamo a fare l’andatura, ma senza che nessuno ceda il colpo; provo a forzare il ritmo, sento Matteo un po’ in difficoltà, ma Carmine oggi è davvero in palla e non molla un centimetro…
Sbuchiamo nuovamente su asfalto, lo stesso tratto fatto alla partenza, 500 metri di passione per una volata interminabile; nella foga sbagliamo anche a incanalarci e invece di entrare nel tratto ciclabile, allunghiamo di qualche metro buttandoci sullo stradone asfaltato, curva e destra e rettilineo finale…
…Matteo rimane un filo staccato, io invece affianco Carmine che nel frattempo si era portato davanti; facciamo qualche metro appaiati, ma alla fine devo alzare bandiera bianca.

CLASSIFICA MASCHILE: 1° Federico Pisani – Team AttivaSalute (43’03”), 2° Giuseppe Duchini – Cardatletica (46’17”), 3° Michele Merlo – Cardatletica (46’37”), 4° Carmine Gallo (47’22”), 5° Giuseppe Bollini (47’26”), 6° Matteo Raimondi (47’37”), 7° Luciano Giamberardino (48’55”), 8° Alberto Rossi (49’01”), 9° Simone Prina (49’13”), 10° Augusto Schirosi (49’37”).
CLASSIFICA FEMMINILE: 1a Martina Gioco – Runners Valbossa (54’00”), 2a Simona Lo Cane – 100% anima trail (55’36”), 3a Elena Soffia – Maratoneti Cassano (56’03”), 4a Sofia Barbetta (57’10”), 5a Martina Menegotto (57’57”), 6a Antonella Panza (59’09”), 7a Roberta Tosi (60’31”), 8a Emanuela Manzoni (60’59”), 9a Anna Maria Ianello (61’21”), 10a Loredana Civello (62’32”).

Innanzi tutto un grazie di cuore a Chiara e Stefano, senza di loro, oggi io non sarei venuto e mi sarei perso una gran bella giornata!
Poi naturalmente oltre ai ringraziamenti, sono d’obbligo anche i complimenti, per una manifestazione davvero curata sotto ogni minimo dettaglio, con un’organizzazione che si è dimostrata già matura e ben oliata nonostante fosse alla sua prima esperienza: bravi tutti!

>>>FOTO Podisti.net by Arturo Barbieri<<<

domenica 10 ottobre 2021

Storie di corsa…

Stamane casualmente mi sono imbattuto in una vecchia foto che ha fatto riaffiorare ricordi ormai sopiti, ma mai dimenticati.
Una foto che risale al 2010 o giù di lì, dove sono ritratto con gli amici/avversari di sempre: Antonio Vasi, Cristiano Marchesin ed Enrico Rodari.

Oggi voglio parlarvi in particolar modo di Enrico, che oltre ad essere davvero un forte atleta, è un personaggio storico del Podismo del Varesotto e più in particolare del Piede d'Oro.

Enrico era “l'uomo delle classifiche”; in tempi in cui non si sapeva quasi neanche cosa fossero i chips elettronici, se volevi sapere com'era andata la gara, le cose eran due: o chiedevi agli organizzatori del Piede d'Oro, che però al massimo ti sapevano dare i nomi degli atleti andati a premi, oppure ti dovevi rivolgere ad Enrico, che con grande dovizia, raccoglieva tempi e ordine d'arrivo di almeno i primi 15 uomini e donne.
Ogni sacro santa domenica, Enrico prima del via della gara, sistemava il suo quadernetto e la sua biro sul tavolino del PdO, in zona arrivo; appena tagliava il traguardo, ancora grondante di sudore e senza neanche rifiatare, si fiondava sul suo taccuino ed iniziava a rincorrere tutti gli arrivati per chiedergli nome e tempo.

Con l'avvento dei chips elettronici, il suo servizio divenne un po' meno essenziale, ma ad ogni modo se volevi conoscere l'esatto ordine d'arrivo, che tenesse conto anche di chi correva la non competitiva senza chip, ma che magari riusciva comunque a piazzarsi nelle prime posizioni, allora dovevi per forza andare ad attingere dal suo quadernetto.

Ricordo ancora come fosse ieri un episodio successo almeno 10 anni fa:
Memorial Zedde a Monvalle, meteo infame con pioggia battente già dalla sera prima della gara.
Il percorso era una vera trappola...
Ci furono un mucchio di cadute e di infortuni più o meno gravi.
Enrico cadendo si ruppe una costola; all'arrivo lo vidi mentre con la barella lo stavano caricando dolorante sull'ambulanza.
Le porte si chiusero e proprio mentre stavano per partire in direzione dell'ospedale, successe qualcosa di incredibile...
Gli infermieri riaprirono le porte dell'ambulanza e Enrico sdraiato e imbragato alla barella, alzando la testa mi guardò e mi disse:
"Beppe, fammi un favore: recupera il quadernetto. Mi raccomando eh!!"
A quel punto, le portiere si richiusero e l'ambulanza poté partire per portarlo all'ospedale.   

Ormai con Enrico ci si incrocia sempre più di rado alle gare e dei suoi quadernetti “spodestati” dalle moderne tecnologie, non vi è più traccia.
A me piace pensare che Enrico li conservi ancora tutti e che quando vuole riassaporare il gusto di qualche gara passata, gli basti sfogliarne qualcuno...